Nel mese di marzo ricorrono due importanti anniversari legati alle vicende storiche del comune di Labico. Domenica 3 gli ottant’anni del bombardamento di Piazza della Chiesa nella Seconda Guerra Mondiale. Un evento tragico, che causò decine di vittime, la distruzione e il danneggiamento di numerosi edifici: il ricordo di quella giornata e delle settimane seguenti si impresse in modo indelebile nelle memorie dei testimoni e dei sopravvissuti. Domenica 24 marzo invece verrà ricordato l’eccidio delle Fosse Ardeatine nel quale perse la vita il Capitano dei Carabinieri Raffaele Aversa medaglia d’oro al valor militare alla memoria.
«Il rumore di quelle tragedie – esordisce l’assessora alla Cultura Tina Miele – è ancora vivo. Spetta a noi, oggi, l’onere e l’onore di ricordare e celebrare coloro che hanno perso la vita in tempo di guerra facendo tesoro delle memorie del passato, soprattutto delle più dolorose, perché sono la chiave per creare un futuro migliore, degno del sacrificio di coloro che ci hanno preceduto. La memoria, la storia e il sentimento che vogliamo rinnovare con gli appuntamenti del 3 e del 24 possono e devono trasformarsi oggi in un appello e in un’azione immediata per la cessazione delle armi, per la ricerca di soluzioni diplomatiche giuste ed efficaci, per il rispetto dei diritti dell’umanità».
Sono passati 80 anni esatti da quei fatti – conclude il sindaco Danilo Giovannoli – I testimoni di allora, per ragioni di età, cominciano a non esserci più. Diventa pertanto ancora più importante assumere il dovere ognuno di noi, privati cittadini o rappresentanti delle istituzioni, di fare memoria di quei fatti e mantenere vivo il ricordo di quei giorni drammatici e abituare i nostri giovani a coltivarne il racconto affinché tutti possiamo meglio comprendere da dove siamo venuti e quale strada percorrere per il futuro. Purtroppo, da allora, le guerre non sono mai finite e le persone vengono ancora incarcerate e uccise perché non si adeguano al pensiero unico. In ogni parte del mondo le bombe hanno prodotto morte, lutti e distruzione. C’è bisogno allora di rinnovare quel patto intergenerazionale con chi ci ha preceduto, i nostri nonni e genitori, per ripetere a tutti: “Mai più”».